RESILIENZA FAMILIARE: Conoscere e attivare le risorse del proprio nucleo nelle avversità

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un post riguardante la resilienza degli operatori sanitari, oggi vogliamo parlarvi della RESILIENZA FAMILIARE, ossia delle strategie di coping e adattamento che possono essere messe in atto all’interno di un nucleo familiare, in special modo nei momenti percepiti dalla famiglia stessa come “critici, difficili, particolari”.
“Resilienza” è un termine molto caro a chi si occupa di difficoltà, sostegno psicologico e cura dell’altro, a maggior ragione in questo momento di precari equilibri nei più svariati aspetti (per alcuni psicologici, per altri economici, per altri ancora familiari…).
Facciamo un passo indietro e riprendiamo il concetto di resilienza, per poi declinarlo sotto la prospettiva delle dinamiche interne alla famiglia, attingendo alle testimonianze che quotidianamente ascoltiamo attraverso il nostro sportello psicologico.
🔍 La resilienza, ricordiamo, può essere definita come la capacità di riprendersi e di uscire in modo funzionale dalle avversità, affrontandole in un’ottica di opportunità e crescita. Importante – fondamentale – ricordare che LA RESILIENZA SI PLASMA PROPRIO ATTRAVERSO LE DIFFICOLTÀ, da un lato percepiremo pertanto il dolore e la sofferenza per la situazione che la nostra famiglia sta attraversando, dall’altro lato, paradossalmente, il coraggio e l’opportunità di crescita che la situazione può offrire al singolo individuo e all’intero sistema-famiglia.
La resilienza familiare si può sviluppare sotto diversi aspetti, di seguito ne elenchiamo alcuni:
✅ flessibilità: si riferisce all’equilibrio tra stabilità e cambiamento all’interno della famiglia e dei ruoli ricoperti da ognuno dei membri; facciamo un esempio concreto tratto dalle chiamate che arrivano al nostro sportello gratuito di ascolto psicologico.
M., un ragazzo di 22 anni che vive con i genitori, entrambi ricoverati in ospedale a causa del Covid-19, attualmente si sta occupando a 360 gradi della gestione della casa, dai lavori domestici al fatto di prepararsi da solo il pranzo (fatto abituale per alcuni, ma non per lui). A M. e alla sua famiglia si apre la possibilità, quando torneranno insieme, di sfruttare a proprio vantaggio questa esperienza, avendo aumentato il livello di autonomia del ragazzo e diminuito il carico di lavoro per i genitori.
✅ coesione: riguarda la qualità dei legami emotivi presenti all’interno del sistema familiare e il senso di unità anche nelle avversità.
A tal proposito, emblematica è la storia che ci racconta V., italiana che lavora all’estero da ormai molti anni: “Anche se vivo a molti km di distanza dai miei, e inevitabilmente mi sono persa o ho solo potuto vivere da lontano momenti importanti per la mia famiglia, ho sempre saputo il valore del legame che ci univa. Ad oggi, con questa crisi, posso dire di sentirli più vicini, ci sentiamo tutti i giorni – cosa che prima avveniva con meno frequenza data la diversità di orari – e cerchiamo di pensare ad un futuro, insieme.”
✅ risorse sociali: le risorse comprendono tutto ciò che il contesto sociale di appartenenza della famiglia può offrire; in questo frangente pensiamo alle reti di vicinato, alle attività solidaristiche nate spontaneamente per offrire aiuto in particolar modo alle persone maggiormente vulnerabili o in difficoltà.
Una delle prime telefonate che abbiamo ricevuto è stata quella di M., signora ultraottantenne che vive con il marito. Non hanno figli e i loro parenti sono distanti. La signora ci ha chiamati per un aspetto ansioso dettato dalla paura del contagio, ma ciò che ci interessa qui, sono le sue parole rispetto alla rete sociale: M. afferma che senza i suoi vicini di casa e i ragazzi del paese, che hanno creato un servizio di aiuto per le persone anziane, non saprebbe come rifornire il suo frigo: non sa usare il pc (e non lo possiede nemmeno), per mandare una e-mail al supermercato per la consegna a domicilio, ma ancor prima, non era nemmeno a conoscenza delle informazioni relative alle consegne a domicilio e ad altri servizi per gli anziani attivati nel suo territorio; sono stati appunto i vicini, e i ragazzi volontari, a farsi carico della sua situazione e materialmente ad occuparsi del fabbisogno prettamente fisico della nutrizione sua e del marito. Il risvolto psicologico è il senso di comunità e appartenenza che M. e il marito hanno provato sentendosi aiutati e sostenuti nel far fronte alle difficoltà attuali e sentendosi parte di una “famiglia allargata”.
✅ ri-organizzazione familiare: non possiamo non prendere in considerazione i lutti e le perdite avvenute in questi mesi in molte famiglie. La morte di un membro lascia inevitabilmente un vuoto nella trama della vita familiare; occorre, con impegno e fatica incommensurabile, far fronte al processo di elaborazione del lutto che passa anche attraverso la ri-organizzazione dei ruoli e delle relazioni familiari (se ti va di approfondire il tema del lutto, leggi il nostro post di venerdì, completamente dedicato a questo argomento).
Da queste storie, magari dalla vicinanza che possiamo percepire con alcune di esse, dalla comunanza per alcuni aspetti o dal riverbero emotivo che si può accendere in ognuno di noi, possiamo comprendere come la resilienza familiare si rafforzi nei momenti critici e ci fornisca la speranza e una nuova prospettiva sulle difficoltà passate, un domani, quando guarderemo ad oggi.
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