VIDEOGAMES E QUARANTENA: RISCHI E RISORSE!

VIDEOGAMES E QUARANTENA: RISCHI E RISORSE!

Oggi sottoponiamo alla Vostra attenzione il tema dei videogames, che hanno accompagnato molti giovani e adulti in questa quarantena.
Da anni si parla delle implicazioni dell’utilizzo eccessivo di console o pc spesso utilizzati come mezzi per allontanarsi dalla sofferenza individuale esperita, nella ricerca di fuga dalla realtà o in alternativa come sperimentazione del proprio sé nelle diverse forme emulate. Nel corso della digitalizzazione e con l’avvento della post-modernità, anche la nostra identità è stata modellata nella varietà di contesti virtuali, in una ridefinizione di “Sé virtuale” che incarna aspetti della nostra persona desiderati, emulati o distorti. Questi nuovi sviluppi hanno suscitato l’interesse di ricercatori, psicologi, neuroscienziati, sociologi e studiosi delle scienze cognitive, in primis per le implicazioni psicopatologiche insorte, ma anche nello studio del sé come forma di rappresentazione interna e corporea, proiettata nella vastità del mondo virtuale. In riferimento alle implicazioni cliniche è importante ricordare che in seguito a numerosi studi di settore nell’ambito della salute e grazie alla presa di posizione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si è giunti alla classificazione del “disturbo da gioco”, inserito nell’ ICD-11 Revision (International Classification of Diseases – Revision) definito come: “un modello di comportamento di gioco (“giochi digitali” o “giochi video”) caratterizzato da un controllo alterato dei giochi, aumentando la priorità data ai giochi rispetto ad altre attività nella misura in cui il gioco ha la precedenza su altri interessi e attività quotidiane e la continuazione o l’escalation del gioco nonostante il verificarsi di conseguenze negative.” (s.d.). Tratto da https://icd.who.int/browse11/l-m/en
Nel contesto attuale sono ancora da esplorare le implicazioni cliniche che non saranno prioritariamente analizzate in questo post, ma che possono far riflettere su una problematica sociale che riguarda puramente il nuovo millennio: esemplificandone i rischi, possiamo ritenere che il ricorso massivo a questi strumenti digitali può avere effetti importanti nella salute delle persone, sia fisica che psicologica.
Si pensi inoltre alla una fascia d’età adolescenziale e post-adolescenziale, nella quale ragazze e ragazzi di fronte a dilemmi e sfide di crescita, volti alla propria definizione identitaria possano trovarsi in un mondo illusorio dove sperimentare molteplici rappresentazioni di sé e del proprio corpo, con impatti differenti sull’autostima: da un parte nel confronto con modelli mediatici poco aderenti alla realtà quotidiana comunemente esperita, dall’altra come risorsa di sperimentazione di forme differenti della propria rappresentazione.
A fronte di queste premesse è utile anche introdurre quegli aspetti utili, protettivi, di risorse personali e interpersonali proprie di questo particolare momento storico: nel mese corrente l’Organizzazione Mondiale della Sanità avvalendosi del supporto delle realtà del settore videogames, ha promosso il coinvolgimento degli sviluppatori di videogames per il raggiungimento di milioni di utenti come strategia globale per diffondere messaggi importanti sul rispetto della distanza fisica e di altre misure di sicurezza, come l’igiene delle mani. Da sottolineare inoltre che nell’ottica delle “risorse” stiamo assistendo in questo periodo allo spazio del “gaming”, soprattutto in un momento di isolamento forzato, non solo per fuggire alla noia dei momenti vuoti, ma anche come spazio di interconnessione, tramite microfoni in partite multiplayer, chat, partite condivise, divenendone così un vero e proprio luogo di socializzazione privilegiata. Tale sviluppo potrebbe coinvolgere coloro non possono avere contatti dal vivo con famigliari ed amici, i quali per far fronte all’impatto delle misure restrittive, utilizzano anche questa modalità di interconnessione in modo funzionale al proprio benessere.
In conclusione, promuovendo sempre uno spirito preventivo è utile ricordare il principio che “il troppo storpia”, quindi è necessario che anche lo spazio di gioco e di interconnessione sia da programmare e ritagliare nel corso della giornata come risorsa sociale a disposizione nel periodo attuale, evitandone un uso massivo e potenzialmente nocivo per la salute ed il benessere psico-fisico.
Ricordiamo in ultimo che quando il gioco diventa un problema è necessario chiedere aiuto raccordandosi con i servizi di salute mentale e dipendenze patologiche del proprio territorio. In qualità di Associazione di promozione sociale, come professionisti siamo a disposizione con lo sportello di aiuto psicologico “Covid-19” di AIPPA ai seguenti contatti: 📞 +39.351.63.10.550 📧 info@aippa.it

 

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